La questione “Redditometro” spaventa un po’ tutti, poiché per quanto si possa essere totalmente a norma con fisco e leggi, l’idea che ogni nostro movimento venga controllato certamente non è piacevole. Tuttavia è necessario, almeno per il momento, adattarsi ed è quindi bene capire come funziona il redditometro e chi è soggetto a controlli fiscali. In sostanza attraverso determinati parametri il redditometro serve a fare una stima del reddito medio una persona per capire effettivamente se quanto questa ha dischiarato al fisco sia vero. Ciò avviene facendo un rapporto tra la dichiarazione dei redditi e le spese che il contribuente ha effettuato nel corso dell’anno. Se queste dovessero sforare di almeno il 20%, per un limite massimo di 12.000 euro, rispetto a quanto dichiarato, il contribuente sarà chiamato dalle agenzie delle entrate a giustificare tale disguido. Il sostanza quindi in una prima fase l’Agenzia delle entrate convoca il contribuente il quale potrà, mediante scontrini e fatture giustificare le spese effettuate. Se queste non saranno ritenute convincenti accettate l’Agenzia potrà formulare un invito con adesione di cui si discuterà nel contraddittorio. Solo se anche questa seconda fase non dovesse andare a buon fine, si procederà con un’analisi approfondita delle entrate e uscite del soggetto interessato. Preventivamente, per capire se potremmo essere effettivamente interessati dal redditometro, è possibile effettuare autonomamente un redditest. Questo può essere fatto tramite un software disponibile online, inserendo i dati richiesti che ci fanno capire se per il redditometro potremmo essere considerati possibili evasori.
Al fine di giustificare le nostre spese in un’eventuale convocazione è necessario come suddetto conservare ricevute e scontrini, rientranti però di alcune categorie precise:
- Abitazione
- Cura personale
- Hobby e tempo libero
- Istruzione
- Assicurazioni
- Mezzi di trasporto
- Contributi previdenziali
- Investimenti