Olanda e Finlandia, due no per l'anti spread di Monti

Sembrava fatta per lo scudo anti spread, richiesto dal nostro premier Mario Monti, venerdì scorso a Bruxelles, ma come il calcio recentemente ci ha insegnato, mai sottovalutare nulla e così il primo intoppo arriva dall’Olanda e dalla Finlandia, due Paesi ‘rigoristi’ a tripla A tradizionalmente ritenuti vicini alle posizioni tedesche.

Infatti i due paesi hanno posto il loro no in merito alla proposta riguardante la possibilità che il fondo salva stati Esm acquisti titoli di stato dei paesi in difficoltà sul mercato secondario.

Secondo il governo di Helsinki nel vertice Ue non si è raggiunto il consenso unanime sulla questione. Potremmo dire che nasce così un asse economico del Nord Europa pronto a presentare il proprio muso duro contro ogni scorciatoia che valga da scudo anti spread:

In pratica il dibattito politico comune nel Vecchio Continente non è ancora decollato e sembra sempre più difficile lo strappo da ricucire fatto da Mario Monti, nella notte di Bruxelles, con la minaccia di veto sul pacchetto della crescita da 120 miliardi di euro.

Nel frattempo, in Germania, il portavoce del governo, Steffen Seibert, si è espresso sull’importanza della portata di un compromesso in linea con la politica europea tedesca, ribadendo che nulla è cambiato perchè non ci saranno risorse senza impegni precisi cui i Paesi in crisi dovranno comunque attenersi: “I principi di base della politica tedesca per l’Europa sono stati mantenuti. Nessun aiuto senza vincoli. In vertici del genere una certa flessibilità è necessaria. Si è cercato di andare incontro ad alcuni partner che al momento devono pagare tassi alti sul mercato finanziario. Ma questo è accaduto sempre in modo che fossero mantenute le convinzioni di base”, a dimostrazione dell’irrigidimento dei rapporti italo-tedeschi.

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