Mutui: Tasso Fisso o Variabile?

Di fronte alla richiesta di un mutuo ci poniamo sempre la stessa domanda: tasso fisso o variabile? Il quesito è esistenziale e pone in essere tutta una serie di ragionamenti che, a seconda della scelta, condiziona fortemente la modalità di estinzione del mutuo. Il problema diventa più sentito, soprattutto quando riguarda la richiesta di un finanziamento cospicuo, come per l’acquisto di un immobile, da estinguere in tempi medio-lunghi. Diciamo che la crisi globale, ci ha insegnato che non sempre conviene investire chiedendo un muto a tasso variabile, anche se non è sempre vero. Certamente un mutuo a tasso variabile, spesso ha percentuali di interessi molto più bassi di quello a tasso fisso, il che lo rende un’opzione molto quotata per chi ha bisogno di un finanziamento e non vuole passare anni a pagare solo gli interessi maturati sul capitale richiesto. Resta il fatto che la scelta dipende sempre dall’importo da richiedere e dai tempi in cui si intende restituire il prestito. Tasso fisso o variabile, in entrambi i casi un buon mutuo, si aggira intorno al 5% di interessi. Questa cifra indica un mutuo abbastanza affidabile, in entrambi i casi. A questa percentuale, infatti, “lo spazio di possibile risparmio con il ricorso al tasso variabile si assottiglia, mentre i rischi di innalzamento sono tutti presenti. Al contrario, più il tasso fisso eccede il 5%, tanto più diventa interessante il mutuo a tasso variabile”. In altre parole è più alta la probabilità che rimanga al di sotto della proposta a tasso fisso per la maggior parte del tempo. In più c’è il vantaggio che ad un tasso più basso il rimborso capitale avvenga più in fretta. Ad ogni modo è possibile assumere delle precauzione per proteggersi con il tasso variabile: tra le varie tipologie di mutuo esistono ne esistono alcune che riescono ad unire i vantaggi del tasso variabile alla stabilità del tasso o della rata. Un’ulteriore tutela è possibile acquistando un’assicurazione che copta la spesa in eccedenza qualora i tassi superino una soglia predeterminata. Il costo della copertura viene integrato nel tasso del finanziamento, che di conseguenza aumenterà (in genere tra lo0,50% e lo 0,75%) e il tasso massimo di copertura viene fissato due o tre punti più in alto di quello in vigore.

Va detto che non sempre il mutuo a tassa variabile costa meno di quello a tasso fisso: può succedere infatti che una temporanea tensione dei mercati possa ripercuotersi anche sui tassi brevi e di conseguenza anche sui mutui a tasso variabile. Si tratta comunque di un’anomalia temporanea che dovrebbe azzerarsi nel giro di qualche mese: scende la tensione sui tassi brevi e i tassi variabili calano. Oppure i tassi fissi si alzano ripristinando i consueti differenziali.

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