Costi della Politica: Anche per i Senatori Stipendi Tagliati

Dopo la leggera sforbiciata alle buste paga degli inquilini di Montecitorio la mano di Monti arriva anche al Senato. E’ stato deciso ieri, infatti, che anche i Senatori avranno una diminuzione dello stipendio. Del resto sono tempi bui, per tutti e i politici dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio quando chiedono agli italiani di stringere la cinghia.

Da palazzo Madama direttamente nelle casse del Tesoro arriveranno all’incirca 6 milioni di euro all’anno, frutto dell’aumento medio dello stipendio netto dei parlamentari, pari a 700 euro al mese, euro in più euro in meno, dovuto al passaggio dal sistema pensionistico retributivo a quello contributivo pro rata.

Cancellando vitalizio e con l’abolizione del contributo volontario, la busta paga dei senatori, almeno per quel che riguarda il netto sarebbe stata più ricca. Ma sembrerebbe che, davanti ai sacrifici chiesti agli italiani, i senatori si siano messi una mano sulla coscienza e abbiano optato per un’inversione di tendenza rispetto a quella dei colleghi di Palazzo Madama che hanno disposto per il “momentaneo” accantonamento di quel differenziale di 700 euro mensili in un fondo , “in attesa che l’ufficio di presidenza ne stabilisca l’utilizzazione”.

Ma praticamente cosa cambia? Sostanzialmente ben poco: al Senato, come alla Camera, gli stipendi netti rimangono uguali, ma quelli lordi vengono tagliati del 13%, facendoci risparmiare sei milioni di euro l’anno.

Accantonare la somma a favore del Tesoro. Una decisione che porta ancora di più all’attenzione quello che hanno fatto alla Camera dei Deputati dove gli onorevoli, con in prima fila Rocco Buttiglione (vicepresidente dell’Udc) annunciavano un taglio che in realtà non era un taglio. In aggiunta il “fondo” in questione probabilmente servirà a far fronte agli eventuali ricorsi contro il passaggio al sistema contributivo che mette fine all’epoca d’oro dei vitalizi: e ne sono stati presentati già in 24 e altri ne sono stati annunciati.

Schifani comunque sembra non voler posare le forbici è ha già proposto un ha proposto che presto venga effettuato un altro taglio per l’eliminazione dei benefit a vita riservati agli ex presidenti del Senato: auto blu, uffici a palazzo Giustiniani con 4 persone fisse.

Una decisione che piace anche a Fini che ha detto: “Non so come è organizzato Palazzo Madama, ma con Schifani uniformeremo le decisioni sui benefit.

Sempre per cercare di risparmiare, il consiglio di presidenza del Senato ha dato il via libera al piano che prevede il trasferimento dell’archivio del Senato da un magazzino del Trullo che costa 1,5 milioni di affitto all’anno a un magazzino della Difesa, sito sempre al Trullo,  che verrà acquistato per due milioni. Anche se per alcuni “la vera partita dei tagli è quella con i dipendenti del Senato. E deve ancora iniziare”.

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